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Urgono finanziamenti equi, gestione equilibrata e regole commerciali sostenibili nel settore della pesca

Urgono finanziamenti equi, gestione equilibrata e regole commerciali sostenibili nel settore della pesca

Europêche, l'organismo rappresentativo dell'industria ittica dell'UE, ha tenuto venerdì scorso una serie di incontri ad alto livello con il commissario Kadis e gli addetti alla pesca di 12 Stati membri, sotto la presidenza danese, per discutere delle sfide cruciali che attendono la pesca europea

lunedì 6 ottobre 2025

Europêche ha espresso profonda delusione per la proposta della Commissione europea relativa al prossimo quadro finanziario pluriennale (QFP), che prevede una riduzione del 67% dei fondi destinati alla pesca, riducendo lo stanziamento a soli 2 miliardi di euro.

“Questa proposta è in contrasto con le priorità dichiarate dall'UE in materia di competitività, resilienza e sicurezza alimentare”, ha affermato Javier Garat, presidente di Europêche. “La politica comune della pesca è una delle poche politiche pienamente europee. Privarla di un fondo a tutti gli effetti non solo è incoerente, ma finisce per smantellare la politica stessa”.

Il settore ha espresso preoccupazione per la fusione dei finanziamenti alla pesca in fondi macroeconomici più ampi, che espongono gli operatori alla concorrenza di industrie più grandi. Anche i tassi massimi di intensità degli aiuti saranno lasciati completamente nelle mani degli Stati membri, il che creerà inevitabilmente distorsioni e concorrenza sleale all'interno del mercato comune. Europêche ha apprezzato i colloqui costruttivi tenuti con il Commissario e gli Stati membri volti a trovare il modo di garantire che i finanziamenti alla pesca siano salvaguardati ad un livello non inferiore a quello attuale.

Questo sostegno è fondamentale affinché i pescatori continuino a investire in nuove tecnologie, garantendo condizioni di lavoro più sicure e migliori, attirando nuovi talenti verso la professione, guidando la transizione verso un futuro a basse emissioni di carbonio e rimanendo competitivi sui mercati globali.

Sull'accordo EU-UK-Norvegia, Europêche ha ribadito il proprio impegno a cooperare con il Regno Unito e ha accolto con favore la proroga di 12 anni dell'accesso reciproco alla pesca fino al 2038. Tuttavia, l'organizzazione ha avvertito che le nuove restrizioni rischiano di trasformare questo accordo in parole vuote. In particolare, le aree marine protette (AMP) recentemente adottate nelle acque scozzesi e le proposte di AMP di fase 3 costringeranno molte imbarcazioni a lasciare le acque del Regno Unito. Europêche ritiene che molte di queste chiusure siano ingiustificate, sproporzionate e discriminatorie, poiché le imbarcazioni europee subiranno perdite economiche quasi cinque volte superiori rispetto alle imbarcazioni britanniche che operano nelle stesse zone. Inoltre, la chiusura della pesca del cicerello, ancora in vigore nonostante una sentenza arbitrale favorevole, sta danneggiando la flotta. Europêche ha esortato entrambe le parti a trovare soluzioni politiche e ad adottare misure di mitigazione per salvaguardare le comunità di pescatori dell'UE.

Su un piano più ampio, Europêche ha espresso forte preoccupazione per lo stato precario degli stock pelagici chiave come lo sgombro, l'aringa e il melù, a seguito di anni di sovrasfruttamento da parte di altri Stati costieri, come la Norvegia, la Russia e le Isole Faroe. L'organizzazione ha invitato la Commissione ad adottare una linea più dura: garantire accordi di ripartizione equi e sostenibili attraverso la diplomazia ad alto livello e applicando pressioni di mercato e misure commerciali mirate contro le pratiche non sostenibili. Nel frattempo, Europêche insiste sul fatto che l'UE e le autorità nazionali devono spiegare chiaramente che i limiti di cattura proposti (TAC) si basano su pareri scientifici e sono quindi sostenibili. I consumatori, i rivenditori e il mercato in generale devono continuare a fidarsi, vendere e consumare lo sgombro pescato nell'UE, poiché rimane una scelta sostenibile.

Per quanto riguarda il regolamento sul controllo della pesca, il settore ha riconosciuto i progressi compiuti nell'attuazione del regolamento a seguito dell'impegno della Commissione e degli adeguamenti apportati per rispondere alle preoccupazioni delle parti interessate. Tuttavia, Europêche ha avvertito che le norme di pesatura proposte rimangono inaccettabili e si rammarica che le deroghe adottate in materia di margine di tolleranza rimangano inapplicabili nella pratica. Europêche ha apprezzato il dialogo costruttivo con il commissario Kadis e il suo gabinetto per sviluppare soluzioni praticabili a livello tecnico.

Infine, Europêche ha accolto con favore la spinta della Commissione a semplificare le norme dell'UE, ma ha avvertito che le grandi strategie dell'UE e la revisione della politica comune della pesca (PCP) procedono troppo lentamente, senza che si prevedano effetti reali prima del 2030. Il settore ha chiesto una proposta omnibus urgente per ridurre la burocrazia e semplificare le norme in materia di pesca, sottolineando che il settore dell'acquacoltura ha già beneficiato di riforme accelerate. Tutte le parti hanno convenuto di continuare a lavorare su proposte concrete.