Nel dicembre 2021 la Commissione ha presentato il piano d'azione per l'economia sociale per contribuire al successo dell'economia sociale e sfruttarne appieno il potenziale. La nuova proposta di raccomandazione del Consiglio e il portale per l'economia sociale sono due azioni annunciate nel piano. Un'altra azione è stata avviata nel marzo di quest'anno dall'accademia UE-OCSE per la politica dell'imprenditorialità giovanile (YEPA). Come confermato anche da una recente indagine Eurobarometro, l'obiettivo è affrontare i problemi che incontrano i giovani imprenditori nella fase di avviamento della loro impresa, ad esempio per quanto riguarda l'accesso ai finanziamenti e le competenze.
Le organizzazioni dell'economia sociale svolgono un ruolo cruciale nell'affrontare le sfide sociali e promuovere condizioni di lavoro eque, coinvolgendo i lavoratori dipendenti nel processo decisionale e nella governance. Creano inoltre opportunità per gruppi sottorappresentati come le donne e i giovani e contribuiscono a rendere eque e inclusive le transizioni verde e digitale. L'economia sociale contribuisce a conseguire gli obiettivi del piano d'azione sul pilastro europeo dei diritti sociali e gli obiettivi principali dell'UE per il 2030 approvati dagli Stati membri dell'UE, vale a dire che almeno il 78% delle persone di età compresa tra i 20 e i 64 anni abbia un lavoro, almeno il 60% partecipi a una formazione e almeno 15 milioni di persone siano sottratte alla povertà o all'esclusione sociale. Il pacchetto sull'economia sociale contribuisce inoltre all'Anno europeo delle competenze incoraggiando opportunità di sviluppo delle competenze nel settore dell'economia sociale.
Il 13 giugno la Commissione europea ha pubblicato la proposta di raccomandazione del Consiglio sullo sviluppo di condizioni quadro per l'economia sociale, annunciata nel Piano d'azione per l'economia sociale. In linea con i principi del Pilastro europeo dei diritti sociali, l'obiettivo di questa Raccomandazione è quello di favorire l'accesso al mercato del lavoro e l'inclusione sociale, guidando gli Stati membri nella promozione di quadri politici e normativi favorevoli all'economia sociale e/o di misure che ne facilitino lo sviluppo.
Alcune misure presenti nella Raccomandazione:
- stabilire un quadro normativo favorevole, regimi di esenzione fiscale e un accesso più agevole alle soluzioni di finanziamento per i workers buy-out sotto forma di cooperativa di lavoratori. Le cooperative create dai workers buy-out contribuiscono a preservare settori, competenze e know-how che altrimenti andrebbero persi o delocalizzati. La riduzione delle barriere che le impediscono è particolarmente opportuna data l'attuale crisi che sta colpendo l'industria dell'Unione;
- riconoscere e sostenere il contributo delle entità dell'economia sociale all'occupazione di qualità, anche per i gruppi svantaggiati. Ci rammarichiamo tuttavia che il testo non menzioni l'aumento del lavoro non standard nell'UE e non incoraggi gli Stati membri a promuovere le cooperative come soluzioni per i lavoratori non standard, mentre il loro valore aggiunto è già stato dimostrato in termini di migliori condizioni di lavoro, salari e accesso alla protezione sociale;
- coinvolgere gli attori dell'economia sociale anche nella progettazione e non solo nella fornitura di servizi sociali, come l'assistenza o altri servizi di interesse generale. Le cooperative forniscono un approccio basato sulla comunità e hanno la capacità di rappresentare i bisogni della comunità o di aiutare le autorità pubbliche ad anticipare i bisogni non soddisfatti;
- incoraggiare l'adozione di soluzioni socialmente responsabili e innovative negli appalti pubblici. Il "criterio del prezzo più basso" è ancora la regola principale in molti Paesi, e questo esercita una pressione negativa sulle cooperative e mette a rischio i salari, le condizioni di lavoro e la qualità del servizio fornito;
- aumentare l'accesso agli aiuti di Stato de minimis per le imprese sociali che forniscono servizi di interesse economico generale;
- fare in modo che i sistemi fiscali sostengano l'economia sociale semplificando le procedure amministrative e prendendo in considerazione adeguati incentivi fiscali, solleva questioni sulla materia fiscale per la quale, pur ribadendo la competenza degli Stati nazionali, fornisce delle indicazioni inequivocabili riguardo alla necessità di differenziare le regole in funzione degli obiettivi di interesse generale perseguiti.;
- sensibilizzare in merito all'economia sociale e ai suoi contributi, in particolare attraverso la ricerca e i dati;
- riconoscere le cooperative di piattaforme digitali come modello di sviluppo territoriale e di innovazione sociale, ma deplorare che non sia stato riconosciuto il loro contributo per garantire migliori condizioni di lavoro e protezione sociale;
- promuovere l'inclusione delle competenze dell'economia sociale nell'istruzione e nella formazione a tutti i livelli di istruzione e creare centri di competenza nazionali per la formazione sull'economia sociale;
- incoraggiare un maggior numero di partenariati pubblico-privato con le entità dell'economia sociale come mezzo di finanziamento.