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L'edilizia sociale dovrebbe essere alla base del piano dell'UE, afferma il Comitato consultivo per l'edilizia abitativa

L'edilizia sociale dovrebbe essere alla base del piano dell'UE, afferma il Comitato consultivo per l'edilizia abitativa

martedì 16 dicembre 2025

Dan Jørgensen, Commissario europeo per l'Energia e l'edilizia abitativa, ha accolto con favore le raccomandazioni del Comitato consultivo per l'edilizia abitativa, un contributo fondamentale al prossimo Piano europeo per l'edilizia abitativa accessibile. Le proposte del comitato sottolineano l'importanza di potenziare l'edilizia sociale, proteggere i gruppi vulnerabili, riformare l'uso e la pianificazione del territorio, promuovere la sostenibilità, sfruttare i metodi di costruzione moderni, aumentare i finanziamenti e migliorare il coordinamento a livello europeo, nazionale e locale. Anche i membri di Housing Europe, tra cui Matthew Zerafa, amministratore delegato dell'Autorità maltese per l'edilizia abitativa, stanno contribuendo con la loro esperienza per garantire che il piano si basi su esperienze pratiche.

Il comitato ha inoltre evidenziato dieci priorità per i sistemi abitativi europei: considerare l'alloggio come un'infrastruttura sociale piuttosto che un bene speculativo, misurare l'accessibilità economica in base ai costi e alla qualità nel corso della vita, adottare l'approccio “housing first” per porre fine al fenomeno dei senzatetto, dare priorità alla rigenerazione urbana, semplificare la pianificazione senza compromettere gli standard, ampliare l'offerta di alloggi in affitto a prezzi accessibili, integrare la transizione verde, potenziare i metodi di costruzione moderni, riequilibrare gli investimenti tra le zone rurali e urbane e creare una piattaforma europea per l'edilizia abitativa per coordinare i dati e le politiche.

I seguenti dieci punti riassumono alcuni dei messaggi chiave emersi dal lavoro del Comitato consultivo per l'edilizia abitativa:

  1. È necessario un cambiamento di paradigma, affinché l'edilizia abitativa sia considerata un'infrastruttura sociale ed economica essenziale e si scoraggi la “finanziarizzazione” degli alloggi, che vengono valutati come beni speculativi piuttosto che come abitazioni a lungo termine.
  2. Dovremmo definire l'“accessibilità economica” non solo in base al costo iniziale o al canone di locazione, ma misurando i costi di gestione per tutta la durata di vita dell'immobile, la qualità e l'efficienza energetica dell'edificio e la vivacità e la salute del quartiere e della comunità locale.
  3. Porre fine al fenomeno dei senzatetto adottando una politica di “priorità all'alloggio” è il modo migliore per garantire che abbiamo l'offerta necessaria a soddisfare tutte le nostre esigenze abitative, in particolare per le giovani generazioni, gli anziani e le persone con disabilità. Tassare i contratti di affitto a breve termine può aiutare a finanziare questa strategia.
  4. Non dovremmo affidarci solo ai nuovi edifici per aumentare l'offerta di alloggi, soprattutto se ciò comporta un'espansione urbana incontrollata. L'attenzione dovrebbe concentrarsi innanzitutto sull'uso efficiente degli edifici esistenti e sulla rigenerazione urbana, consapevoli della necessità di garantire un mix sociale ed evitare lo spostamento delle persone in ogni zona.
  5. Dobbiamo accelerare i processi di pianificazione per contribuire a ridurre i costi di costruzione, ma senza abbandonare i buoni principi e le buone pratiche di pianificazione, che alla fine ci costerebbero solo di più.
  6. Espandere nuove soluzioni abitative accessibili basate sul “costo di affitto” è il modo migliore per fornire nuova offerta, soprattutto se ciò comporta l'apporto di ingenti quantità di “capitale paziente” che accetta un rendimento basso ma prevedibile e a lungo termine.
  7. Non dovremmo abbandonare la transizione verde nell'affrontare la crisi abitativa, perché i miglioramenti apportati ai nostri edifici, ai sistemi di trasporto e agli ambienti locali miglioreranno la qualità e l'accessibilità a lungo termine dei nostri sistemi abitativi.
  8. L'espansione della domanda di nuovi mezzi di costruzione moderni (MMC), che utilizzano componenti modulari, prefabbricati e fuori sede, è il modo migliore per ridurre i costi di costruzione e rappresenta un'enorme opportunità di innovazione e produttività per le industrie manifatturiere europee.
  9. Mentre in alcune città gli alloggi stanno diventando proibitivi, in altre zone, spesso rurali, sono sempre più abbandonati e sottovalutati. Possiamo affrontare questo squilibrio investendo in infrastrutture che aiutino le persone a tornare nelle zone rurali, nelle città e nei villaggi.
  10. La mancanza di dati comuni, trasparenti e tempestivi su ogni aspetto del nostro sistema abitativo è un vero punto debole del nostro approccio politico e un ambito in cui una nuova piattaforma europea per l'edilizia abitativa può svolgere un ruolo di coordinamento fondamentale.