Il 7 dicembre 2023 il Parlamento europeo e il Consiglio hanno trovato un punto d'incontro sulla revisione della Direttiva sul rendimento energetico degli edifici (EPBD), che sarà un atto legislativo decisivo per la ristrutturazione o la costruzione di abitazioni, oltre che per la riduzione delle emissioni di CO2. Nei mesi di negoziazione, Housing Europe ha insistito instancabilmente sul fatto che un'ambiziosa transizione verso un settore più efficiente dal punto di vista energetico e verde deve essere un catalizzatore per case più inclusive e a prova di futuro, avviando ristrutturazioni che possano raggiungere tutte le famiglie. Ora la rifusione è quasi giunta alla fase finale e il 23 gennaio è previsto il voto della Commissione Industria, Ricerca ed Energia. La fase di attuazione della EPBD avverrà quando i fornitori di alloggi sociali e a prezzi accessibili saranno a metà strada nella loro ambizione di rinnovare 4 milioni di case entro il 2030. Che cosa significa?
I fornitori di alloggi pubblici, cooperativi e sociali hanno lavorato duramente per mantenere la promessa fatta a novembre 2020: ristrutturare 400.000 alloggi all'anno, garantendo al contempo che l'affitto per le famiglie a basso reddito rimanga accessibile e che sia disponibile un numero sufficiente di nuovi alloggi. Una pandemia globale, un aumento massiccio dei prezzi dei materiali e dell'energia hanno ostacolato le aspettative, ma abbiamo visto progetti esemplari di edilizia sociale in diversi angoli d'Europa, dove le case a prezzi accessibili vengono rinnovate a livello di quartiere, con nuove tecnologie, tenendo conto dell'opinione degli inquilini o dei residenti. Una volta concordati, gli obiettivi della direttiva EPBD entreranno nel quadro dei lavori già avviati.
I politici hanno capito che "quando si tratta di case a prova di clima e a prezzi accessibili, molte strade portano a Roma".
Il consumo di energia primaria negli edifici deve diminuire del 16% tra il 2020 e il 2030 e di almeno il 20% entro il 2035. Questi obiettivi vincolanti possono essere raggiunti in vari modi: ristrutturando interi quartieri, affidandosi a standard minimi di prestazione energetica (MEPS) o a un mix di altre misure che porteranno al rinnovamento del patrimonio edilizio. I membri di Housing Europe hanno dimostrato che è possibile percorrere più strade che siano giuste e "adatte" al 55%, adattandosi a contesti, climi e punti di partenza diversi.
Le regole per gli attestati di prestazione energetica rimangono invariate
I responsabili politici dell'UE hanno deciso di mantenere l'attuale scala di certificazione energetica (EPC), utilizzata per stimare il consumo energetico di una casa o di un appartamento. Questa decisione garantirebbe maggiore stabilità e rassicurerebbe i gestori di alloggi sociali sulla possibilità di proseguire con le strategie di ristrutturazione in corso, consentendo loro di procedere con i lavori senza dover rivedere l'intero schema di etichettatura.
I nuovi edifici dovranno essere privi di emissioni di CO2 e dotati di impianti solari a partire dal 2030. Le case sociali o private di nuova costruzione dovranno essere edifici a emissioni zero a partire dal 2030, mentre il restante fabbisogno energetico dovrà provenire, se tecnicamente ed economicamente fattibile, da fonti energetiche rinnovabili e/o efficienti. Oltre agli obiettivi climatici, un compito importante per il settore dell'edilizia sociale rimarrebbe la necessità di fornire nuove abitazioni come risposta alla mancanza di case a prezzi accessibili, soprattutto nei mercati surriscaldati e nelle città più attraenti.
Un altro cambiamento considerevole che deriverebbe dalla nuova Direttiva EPBD sarebbe che a partire dal 2030, i nuovi edifici dovrebbero essere dotati di impianti solari quando ciò è tecnicamente adatto e finanziariamente fattibile. Questo riguarderà la maggior parte degli edifici, mentre alcune eccezioni saranno ancora possibili quando, ad esempio, il tetto non è esposto alla luce del sole.
Eliminazione graduale delle caldaie a combustibili fossili entro il 2040. I fornitori di alloggi sociali e a prezzi accessibili hanno ora una visione chiara e un calendario su cui lavorare per quanto riguarda le caldaie a combustibili fossili, che non potranno essere installate nelle case dopo il 2040. Prima di allora, gli Stati membri non potranno più sovvenzionare caldaie a combustibile fossile autonome a partire dal 2025. I sistemi di riscaldamento ibridi, invece, potranno ancora beneficiare di sussidi e potranno essere utilizzati anche dopo il 2040.
Per i governi dell'UE è arrivato il momento di attrarre investimenti più consistenti per garantire che non solo siano in grado di migliorare le ristrutturazioni, ma che apportino anche benefici sociali alle persone e ai loro quartieri. In qualità di precursori della decarbonizzazione, i fornitori di alloggi sociali e a prezzi accessibili sono disponibili a condividere i migliori esempi di ristrutturazione del patrimonio edilizio preservando l'equità sociale e l'accessibilità economica. Tuttavia, avranno urgentemente bisogno di sostegno finanziario per continuare e accelerare la tendenza alla decarbonizzazione, idealmente attraverso una combinazione di misure di efficienza energetica e di cambio di combustibile, in modo da poter perseguire anche la missione di fornire 4 milioni di case verdi e a prezzi accessibili.