Sin dall'inizio della guerra, l'UE ha riconosciuto il suo ruolo critico nel sostenere l'Ucraina nella difesa di sé stessa e, per estensione, del resto d'Europa. In questi tempi difficili, è essenziale continuare a sostenere l'Ucraina. Tuttavia, affinché tale sostegno sia sostenibile - e per l'eventuale integrazione dell'Ucraina nell'UE, in qualsiasi forma essa avvenga - è altrettanto importante garantire che gli agricoltori e i produttori europei non siano lasciati a sostenere una parte sproporzionata dell'onere. Altrimenti, rischiamo di indebolire il settore agricolo dell'UE e di rafforzare inavvertitamente la posizione globale della Russia nel lungo periodo.
La liberalizzazione del commercio con l'Ucraina ha avuto un impatto negativo significativo su diversi settori agricoli e manifatturieri vitali dell'UE. Sebbene l'accesso dell'Ucraina al mercato dell'UE fosse destinato a sostenere la sua economia, la realtà è che molti produttori europei - soprattutto in settori come cereali, zucchero, pollame, uova, etanolo e miele - sono stati messi sotto forte pressione. Questi produttori devono fare i conti con il calo dei prezzi dovuto all'eccesso di offerta, alla diminuzione della quota di mercato, ai vincoli logistici e all'aumento dei costi di produzione indotti dalla guerra, minacciando di conseguenza la loro redditività economica e consentendo al contempo alla Russia di capitalizzare il vuoto lasciato dall'assenza dell'Ucraina nei mercati chiave del Nord Africa e del Sud-Est asiatico.
La priorità è più che mai quella di garantire che la redditività economica dei produttori dell'UE non sia minacciata da importazioni illimitate, sostenendo al contempo l'Ucraina a riguadagnare l'accesso ai suoi mercati tradizionali. Altrimenti, l'UE e l'Ucraina, due dei principali produttori agroalimentari del mondo, sarebbero costretti a competere all'interno dello stesso spazio di mercato, minando così gli interessi strategici a lungo termine di entrambi i partner in vista dell'adesione dell'Ucraina all'UE.
Per queste motivazioni, il Copa Cogeca e altre organizzazioni UE (vedi foto) hanno inviato una lettera chiedendo la revisione dell'Accordo di associazione che stabilisca dei TRQ simili a quelli precedenti alla guerra.