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La produzione del vino registra un leggero aumento, ma le sfide permangono e aumentano

La produzione del vino registra un leggero aumento, ma le sfide permangono e aumentano

Il settore vinicolo europeo prevede una produzione stimata di 145,5 milioni di ettolitri (Mhl) di vino per il 2025, con un aumento dell'1% rispetto all'anno precedente. Sebbene i volumi siano in ripresa, rimangono comunque inferiori del 7,5% rispetto alla media quinquennale

giovedì 30 ottobre 2025

I tre maggiori produttori di vino dell'UE, che insieme rappresentano i quattro quinti dei volumi totali, hanno ridotto la loro produzione complessiva dell'1,5% rispetto al raccolto del 2024. L'Italia rimane il maggiore produttore dell'UE con una stima di 47 milioni di ettolitri (Mhl), mentre la Francia occupa di poco il secondo posto con circa 37 Mhl e la Spagna scende al terzo posto con circa 31,5 Mhl.

Tra i principali produttori, Spagna, Germania e Portogallo hanno registrato un calo, con una produzione in diminuzione rispettivamente del 15%, dell'8% e dell'11% rispetto allo scorso anno. Al contrario, l'Italia prevede un aumento dell'8% e anche la Francia registra un modesto aumento di circa il 2,3%, sebbene la sua produzione rimanga inferiore del 12% alla media quinquennale.

Nel 2025 i vigneti hanno subito gravi anomalie climatiche e eventi avversi. Ondate di calore, siccità e inondazioni hanno ostacolato la capacità del settore di tornare a livelli vicini a quelli pre-2020. Gli incendi di fine agosto nel sud della Francia hanno distrutto più di mille ettari di vigneti, con un impatto indiretto potenziale su ben sedicimila ettari.

Sebbene l'offerta di vino rimanga bassa, le pressioni dal lato della domanda limitano qualsiasi aumento significativo della produzione. Il più grande mercato per i vini europei, gli Stati Uniti, ha ripetutamente imposto dazi sui prodotti dell'UE, compreso il vino, favorendo le esportazioni. Questa nuova politica americana ha mantenuto bassi sia i volumi che i prezzi, erodendo i margini di profitto dei produttori dell'UE. Queste barriere commerciali arrivano in un periodo in cui l'instabilità globale ha già sconvolto i flussi commerciali mondiali. 

In generale, la domanda rimane debole. I timori economici, come l'inflazione e le incertezze nel mercato del lavoro, frenano la spesa, mentre nei mercati interni si sta verificando un cambiamento sostanziale nelle preferenze. Questi fattori non consentono alla domanda di compensare la riduzione dei volumi di produzione.

Luca Rigotti, presidente del gruppo di lavoro sul vino del Copa-Cogeca, ha commentato: “Il raccolto del 2025 evidenzia quanto le condizioni rimangano difficili. I nostri vigneti spesso devono affrontare circostanze tutt'altro che ideali. Tuttavia, in molti casi, i produttori sono riusciti a invertire la recente tendenza al ribasso. In tutta Europa, i viticoltori stanno ottenendo una qualità eccezionale, dimostrando una notevole dedizione e resilienza di fronte a numerose sfide”.