La discussione alla riunione della Comagri del 16 novembre sulla direttiva delle dichiarazioni verdi, ha mostrato una spaccatura tra gli europarlamentari del Comitato tra coloro che insistono sul fatto che i commercianti di prodotti alimentari debbano essere in grado di sostenere con i fatti ciò che è riportato sull'etichetta e il gruppo che ritiene che ciò comporterà un'ulteriore amministrazione e una duplicazione degli sforzi.
Il relatore AGRI del dossier, l'eurodeputato finlandese Petri Sarvamaa, ha esordito esprimendo l'opinione che l'iniziativa della Commissione per garantire i consumatori e l'efficacia del sistema di etichettatura sia un'ottima soluzione per garantire la protezione dei consumatori e consentire loro di contribuire attivamente alla transizione verde. "Gli europei meritano informazioni affidabili, comparabili e verificabili sui prodotti che acquistano", ha sottolineato, ma ha osservato che, anche se le microimprese sono escluse dalla direttiva, essa avrà un impatto sui piccoli attori.
L'eurodeputato ceco Martin Hlaváček ha parlato a nome del gruppo Renew, ricordando alla Commissione che si sta cercando di ottenere una serie di miglioramenti nel testo che aumenterebbero la credibilità dello schema, ma allo stesso tempo si vorrebbe limitare in una certa misura l'onere amministrativo, che per l’eurodeputato, a causa della Commissione, è assolutamente spropositato.
Il verde Claude Gruffat ha accusato il relatore di greenwashing e di voler diluire la relazione della Commissione. Secondo l’eurodeputato si dovrebbero considerare le esternalità negative, in particolare l'impatto dei fitofarmaci e dei fertilizzanti, che non dovrebbero giocare nessun ruolo all’interno di queste dichiarazioni verdi.
Rosanna Conte, che si è detta si favorevole a richiedere di giustificare le loro affermazioni ecologiche perché è un modo per combattere il greenwashing, che è un problema per i consumatori, ma ritiene che la Commissione si spinga troppo in là con le dichiarazioni verdi, criticando l'inutile onere amministrativo che deriverà da questa proposta.
La risposta per la Commissione è arrivata dal direttore della DG ENV per l'Economia circolare Aurel Ciobanu Dordea, che ha apprezzato il riconoscimento da parte del relatore e dei relatori del ruolo della proposta nel contrastare le false dichiarazioni ambientali, per garantire che gli acquirenti dispongano di informazioni affidabili e verificabili. "Per i sistemi di etichettatura ambientale esistenti, l'intenzione della Commissione concorda con l'opinione dei relatori secondo cui le affermazioni basate su etichette verificate e quindi conformi non devono essere verificate di nuovo", ha sottolineato.
L'esecutivo UE, inoltre, riconosce che la proposta introduce nuovi requisiti per i commercianti che desiderano fare dichiarazioni ecologiche, ma ha sottolineato che le aziende dovrebbero di norma essere in grado di compiere tali sforzi già oggi. "Il quadro normativo per la tutela dei consumatori richiede che le indicazioni siano comprovate, mentre la proposta sulle indicazioni ecologiche si limita a specificare come comprovarle", ha affermato infine Dordea.