Il confronto che Fedagripesca ha avuto con il Commissario Kostas Kadis è stato diretto, cordiale e proficuo, con un interlocutore attento ad ascoltare le difficoltà del settore. Il Commissario ha espresso un forte apprezzamento per il sistema ittico italiano basato sul modello cooperativo. "Il modello imprenditoriale cooperativo è da rafforzare in Europa: Confcooperative fulgido esempio al quale ispirarsi ed interlocutore privilegiato”, ha affermato Kadis nel corso dell’incontro. L’associazione ha avuto modo di evidenziare le criticità strutturali e presentare le proprie proposte per riequilibrare la Politica Comune della Pesca (PCP), oggi troppo sbilanciata su istanze ambientaliste a scapito della tenuta socioeconomica del settore, in un contesto di forte preoccupazione circa le nuove prospettive finanziarie con il taglio del 68% delle risorse disponibili per il settore.
“Nonostante gli obiettivi del Trattato Ue (TFUE) prevedano espressamente l’equilibrio tra produttività, reddito dei lavoratori e sostenibilità – afferma Paolo Tiozzo, vicepresidente Confcooperative Fedagripesca -, la PCP ha compresso lo sforzo di pesca che ha fatto registrare -40% in pochi anni senza migliorare i bilanci delle imprese (-30% dei ricavi)”.E intanto, i cambiamenti climatici sconvolgono il Mediterraneo (+5°C sopra la media), favorendo specie invasive, dal granchio blu al vermocane passando per il pesce scorpione, e alterando gli habitat. “La flotta Ue- sottolinea Tiozzo- e in particolare quella italiana (prima in Europa per numero di unità e potenza motore), soffre per la concorrenza sleale di Paesi terzi, l’aumento dei costi e la carenza di ricambio generazionale. Apprezziamo – conclude il presidente – l’apertura del Commissario sull’importanza di dedicare attenzione a una flotta sempre più vecchia e che necessita di un rinnovamento dei navigli pur non aumentando la capacità complessiva della flotta”.
Fedagripesca, avanza soluzioni concrete per sopperire alle difficoltà del comparto legate all’invecchiamento della flotta da pesca, al difficile ricambio generazionale e alla concorrenza sleale extra-Ue.
- Una riforma dei “fishing days”: Passare all’effettivo “tempo di pesca” (rete in acqua) calcolato grazie all’ausilio di sensori. Di fatto si chiede di abbandonare l’attuale sistema che si basa sul conteggio delle giornate in mare.
- Piani di gestione decisi con i pescatori: Affidare a marinerie organizzate la co-progettazione di misure tecniche per stock demersali e pelagici come nel caso del tonno e del pescespada.
- FEAMPA più inclusivo: Rimuovere i vincoli che escludono dal fondo le navi oltre i 24 metri o 40 anni di età e sostenere l’innovazione degli attrezzi senza penalizzare la loro capacità di cattura.
- Un fondo dedicato post-2027: questo per mantenere un capitolo specifico per la pesca nel quadro finanziario pluriennale Ue.