L`Italia ha stilato un documento che spiega che l`esclusione di alcuni prodotti dalla politica di promozione è in discontinuità con diverse politiche UE
L'Italia esorta l'esecutivo dell'UE a non escludere prodotti come le carni rosse e lavorate e i prodotti alcolici. Il 23 ottobre l’Italia ha presentato ai ministri le sue riflessioni in un documento di 2 pagine intitolato "Progetto di programma di lavoro 2024 della Commissione per la politica di promozione dell'UE per i prodotti agroalimentari - Informazioni della delegazione italiana".
Il documento riferisce che il 25 ottobre, una "riunione del Comitato di promozione del sottogruppo OCM affronterà la presentazione e la discussione del progetto di decisione per l'adozione del programma di lavoro 2024 per la promozione dei prodotti agroalimentari europei. L’Italia ribadisce nel testo che questa decisione richiede l'approvazione degli Stati membri attraverso una votazione, ricordando al Consiglio che la Commissione ha esaminato diligentemente il programma di lavoro 2024 per i programmi di promozione orizzontale europei dal gennaio 2021, con l'obiettivo di garantirne la pertinenza, l'efficacia e la continuità con le più ampie politiche dell'UE.
L'ultimo programma di lavoro contiene un sottocriterio che valuterà anche l'allineamento con gli obiettivi del Piano europeo per la lotta contro il cancro, in particolare per quanto riguarda la promozione di una transizione verso una dieta a base vegetale, il che significa con un consumo ridotto di carni rosse e lavorate e di altri alimenti associati a rischi di cancro (ad esempio, alcolici).
Secondo l'Italia, è essenziale sottolineare che la politica di promozione può svolgere un ruolo centrale nel migliorare la sostenibilità del sistema alimentare dell'UE, mantenendo al contempo il suo ruolo di promozione della competitività agricola. "Sostenere tutti i settori alimentari che contribuiscono a posizionare gli alimenti e le bevande europei come una potenza alimentare globale", insiste il documento. Infatti, l'esclusione di alcuni prodotti rappresenta per l’Italia una discriminazione ingiustificata e disincentiva l'avanzamento dello sviluppo e la generazione di ricchezza nelle zone rurali. Il documento poi insiste sottolineando che questo approccio è fondamentalmente disallineato rispetto a politiche generali come il Green Deal europeo e la strategia Farm to Fork.