Wojciechowski ha presentato due indagini, svolte a livello UE, che dimostrano la difficoltà degli agricoltori ad avere finanziamenti adeguati per la loro attività
Il Commissario europeo per l'Agricoltura Janusz Wojciechowski ha sottolineato la necessità di aprire il mercato finanziario agli agricoltori, in quanto sono disponibili nuove informazioni sulla carenza di finanziamenti bancari che affligge il settore.
Intervenendo alla 9a conferenza annuale dell'UE sugli strumenti finanziari finanziati dal FEASR, il politico polacco ha presentato due indagini di fi-compass che dimostrano come la domanda di finanziamento bancario non soddisfatta dagli agricoltori raggiunga i 62 miliardi di euro nel 2022. Il settore più colpito è quello delle piccole aziende agricole e dei giovani agricoltori, mentre le PMI di trasformazione dei prodotti agroalimentari hanno dovuto far fronte a un deficit di 5,5 miliardi di euro.
Wojciechowski ha detto a un pubblico di oltre 250 rappresentanti delle autorità di gestione, delle istituzioni finanziarie, degli esperti agricoli e dell'industria agroalimentare che i requisiti imposti dalle banche dell'UE agli agricoltori sono pesanti e rigorosi, rendendo molto difficile per i produttori agricoli e i giovani agricoltori competere con altre imprese dell'economia dove la produzione può essere vista il giorno dopo la creazione dell'azienda. “È fondamentale che il mercato finanziario si apra al finanziamento degli agricoltori su un piano di parità e che gli Stati membri si concentrino sull'uso degli strumenti finanziari nei loro piani strategici della PAC”, ha detto Wojciechowski.
Gelsomina Vigliotti, vicepresidente della Banca europea per gli investimenti (BEI), ha dichiarato che sulla base della lunga collaborazione con la Commissione europea, la Banca per il clima dell'UE è pronta ad unire le forze per sostenere gli investimenti per un'agricoltura e una bioeconomia più resilienti e sostenibili per il clima. L’italiana ha però ribadito che l'entità degli investimenti necessari in questo settore richiede un uso oculato degli scarsi finanziamenti pubblici disponibili e che c’è bisogno di stimolare maggiori investimenti da parte del settore privato, ed è qui che gli strumenti finanziari hanno un ruolo da svolgere.
Nelle indagini sono stati intervistati 6 550 agricoltori dell'UE e 2 389 imprese agroalimentari (PMI) dell'UE, per la prima volta dal 2017. Il deficit di finanziamento per i trasformatori agroalimentari è diminuito di 6,3 miliardi di euro ed è ora pari a 5,5 miliardi di euro, ma il fabbisogno finanziario non soddisfatto degli agricoltori è quasi raddoppiato, passando da 33 miliardi di euro nel 2017 a 62 miliardi di euro. I tassi di rifiuto sono effettivamente diminuiti, ma l'entità del prestito medio richiesto dagli agricoltori è aumentata, rendendo più grandi gli importi non coperti. I prestiti di durata superiore ai sette anni restano difficili da ottenere e rappresentano il 58% del gap di finanziamento. L'indagine ha infatti mostrato che il 37% di tutti i rifiuti di prestito è dovuto alla mancanza di disponibilità delle banche a sostenere l'agricoltura, mentre un altro 20% era dovuto al fatto che le banche consideravano l'azienda agricola o il progetto non redditizio.
Questo significa che 18,9 miliardi di euro di investimenti previsti per la transizione verde del settore non hanno potuto essere finanziati, compresi i progetti per la produzione biologica, l'utilizzo di soluzioni digitali o di macchinari avanzati per ottimizzare i fertilizzanti, migliorare la protezione dalla siccità e dalle inondazioni o ridurre il consumo energetico.
Oltre il 50% di tutte le domande presentate da giovani agricoltori sono state respinte a causa delle restrizioni della politica della banca, in confronto al 32% di quelle presentate dagli agricoltori più anziani. Quasi il 30% dei giovani agricoltori respinti per un finanziamento sono stati considerati "ad alto rischio" dalle banche, rispetto al 4% degli agricoltori più anziani.