Europêche ha convocato una riunione strategica con gli Stati membri dell'UE, in occasione dei primi 120 giorni del mandato della nuova Commissione
L'incontro che si è tenuto ha offerto un'opportunità tempestiva per fare il punto sui progressi compiuti ed esaminare le sfide e le priorità in corso. Ribadendo il proprio impegno a favore di un'industria sostenibile e competitiva, Europêche ha chiesto un'azione politica urgente per passare dalle parole ai fatti, rivedere la legislazione inattuabile, eliminare la burocrazia eccessiva e trovare un migliore equilibrio nelle politiche della pesca. Questi i temi toccati:
Nuovo mandato
Aprendo l'incontro, il vicepresidente di Europêche Tim Heddema ha accolto con favore il rinnovato slancio politico per il settore della pesca. Il settore è incoraggiato dalla direzione stabilita dalla nuova Commissione. Ora dobbiamo continuare a impegnarci attivamente nell'avanzamento dei dossier chiave, poiché abbiamo bisogno di un'azione rapida e decisiva per migliorare la competitività e ridurre la burocrazia".
Patto oceanico e UNOC: sostegno ma cautela
Europêche ha espresso ampio sostegno all'approccio del Consiglio alla proposta di Patto oceanico dell'UE, rispettando la divisione delle competenze tra l'UE e gli Stati membri. Sebbene il Patto sia elencato nel programma di lavoro della Commissione come un'iniziativa non legislativa volta a promuovere la competitività, sono state espresse preoccupazioni per la sua potenziale trasformazione in una “legge sugli oceani” senza un'adeguata consultazione pubblica, soprattutto se rischia di mettere in secondo piano la pesca. Europêche ha chiesto con forza che la pesca rimanga un pilastro indipendente e solido all'interno di qualsiasi futuro quadro marittimo.
Regolamento di controllo: Rischio di sovraregolamentazione
L'attuazione della revisione del regolamento sul controllo della pesca è stata identificata come una preoccupazione chiave. Europêche ha avvertito che le recenti bozze degli atti attuativi potrebbero superare il mandato legale originale, creando oneri sproporzionati per il settore. Chiediamo regole più snelle che supportino realmente i pescatori in mare, e non un'inutile burocrazia. È indispensabile garantire l'applicazione urgente delle deroghe esistenti previste dalla legge, come il margine di tolleranza e la flessibilità nello stivaggio delle catture demersali", ha dichiarato Heddema.
Norvegia: è tempo di un nuovo partenariato equilibrato
A seguito dei dialoghi ad alto livello e della recente visita del Commissario Kadis in Norvegia, Europêche ha chiesto chiarimenti sugli impegni assunti da entrambe le parti in materia di riconoscimento delle quote e di diritti di accesso. Europêche ha espresso un forte sostegno agli sforzi della Commissione, sostenuti dai principali Stati membri, per affrontare le pratiche insostenibili della Norvegia nell'Atlantico nord-orientale. L'organizzazione ha esortato a reimpostare le relazioni UE-Norvegia, sottolineando la necessità di un partenariato più equo ed equilibrato che rispetti pienamente i diritti di pesca della flotta dell'UE.
Quadro finanziario e competitività
Nelle discussioni sul Quadro finanziario pluriennale (QFP), Europêche ha chiesto con forza un aumento dei finanziamenti, criteri di accesso più equi e un piano di rinnovo della flotta. L'appello è stato chiaro: la pesca è una competenza esclusiva dell'UE e deve essere sostenuta di conseguenza.
Il settore ha accolto con favore la Bussola della competitività della Commissione e la sua ambizione di ridurre gli oneri amministrativi di almeno il 25% e del 35% per le PMI. Tuttavia, Europêche ha sottolineato che per ottenere risultati tangibili non bastano le riflessioni interne alla Commissione. Ha chiesto un processo di consultazione strutturato e inclusivo che coinvolga attivamente i colegislatori e le parti interessate del settore della pesca. In particolare, questo processo deve andare oltre l'ambito ristretto dell'attuale valutazione del regolamento sulla Politica Comune della Pesca (PCP) per affrontare le più ampie sfide strutturali e operative che il settore deve affrontare.
Revisione delle politiche della pesca
Europêche riconosce le consultazioni politiche in corso, come il Patto per l'Oceano e la valutazione della PCP. Tuttavia, alcune questioni richiedono un'azione urgente, come la revisione dei piani pluriennali, in particolare per il Mediterraneo occidentale, la chiusura ingiustificata di 87 zone nell'Atlantico, l'obbligo di sbarco o l'attuazione di deroghe al controllo come il margine di tolleranza. Il blocco legislativo - ha concluso Heddema - costa posti di lavoro e minaccia la redditività del nostro settore. È ora che Bruxelles porti aria fresca - e un vero cambiamento - ai pescatori europei".